La civiltà garganica

 

Aborigeni, Japigi, Pelassi.
I primi abitatori di ogni paese, quando si tratta di stanziamenti dei periodi preistorici, si sogliono denominare Aborigeni, il che è quanto dire i primi abitatori del paese. Essi dapprima vissero nella forma più primitiva e selvaggia nelle boscose montagne garganiche, quindi nelle caverne verso il mare. In seguito, scesero verso il piano dove furono raggiunti e si fusero con le immigrazioni osco-sabelliche, dalle quali provenne il nucleo di quella forte gente, raffigurata nelle leggende mitiche della Daunia.
Queste nozioni troppo vaghe non possono naturalmente appagare gli studiosi, ed ecco allora lo sforzo di creare la paletnologia, che mira ad uno studio più accurato del tenore di vita degli aborigeni.
II Sansone scrive : "Ai fini della paletnologia, il Gargano è ancora da scoprire nelle sue vicende culturali dei vari stadi. Per le cognizioni sinora acquisite, si può affermare che l'eccezionale processo evolutivo dal periodo paleolitico a quello più civile del VII-VIII secolo a. C. è potuto avvenire nel Gargano grazie alla sua configurazione geografica protesa verso la sponda opposta, ragione per cui i primitivi popoli garganici subirono gli influssi di civiltà euroasiatiche per i continui sbarchi di questi popoli nelle accoglienti sue rade".

Gli Aborigeni furono o distrutti o interamente assorbiti da altri insediamenti posteriori, provenienti da popoli di maggiore civiltà, prevalentemente di stirpe indo-europea, cioè ariana, detti Japigi. Costoro sarebbero venuti dalle coste illiriche o dall'Epiro, attraverso l'Adriatico.
Dato il contatto degli abitatori delle selve con altri nuclei dediti all'agricoltura, anche la vita subì un cambiamento. Mentre prima essi si cibavano esclusivamente di caccia, di erbe e di frutta spontanea della terra, in un secondo momento vi subentrarono anche i prodotti agricoli e l'uso di animali resi domestici.
Mentre precedentemente - fino al IV-V millennio a.C. - si trovano solo vasi di terracotta, adoperati per la conservazione di molluschi, poi cominciano a trovarsi vasi caratteristici di un altro grado di civiltà.
Per queste civiltà successive nello stesso luogo, più che di semplice evoluzione di un solo stanziamento, si deve parlare di successivi stanziamenti, anche se essi non escludono necessariamente le precedenti popolazioni.
Dalle ultime scoperte in Puglia, si è potuto constatare che, sul finire della civiltà del Bronzo, sì avverte il declino della potenza micenea e degli stessi traffici commerciali egei nei secoli XII-XI a.C. mentre aumentano le relazioni con l'altra sponda dello Ionio. Si vede bene in questo modo come, alla fine del II millennio prima di Cristo, si verifica lo spostamento delle relazioni dell'Egeo allo Ionio e all'Adriatico. Ed è allora che si inserisce la venuta nella Puglia degli Japigi, che la tradizione ci presenta come immigrazione dei Cretesi ed Illirici.
In seguito si ebbero altri stanziamenti, ugualmente provenienti dall'Oriente e in particolare dall'Illiria, i Pelasgi. Ma con essi già entriamo in un altro periodo di tempo più vicino a noi.
Nel Monte Saraceno si è rivelata la più vasta necropoli del Gargano preistorico e protostorico. Se infatti la gran parte delle più di 500 tombe finora scoperte risalgono in genere al VI-V secolo prima di Cristo. Perciò qui si tratterebbe della sepoltura degli ultimi indoeuropei, arrivati nella zona nei secoli IX-VII a.C..  A costoro si dovrebbe la necropoli col relativo villaggio protostorico di Monte Saraceno.
In questo modo i reparti archeologici, come ci rivelano qualcosa della vita preistorica del Gargano, cosi cominciano a svelarci anche qualcosa sulle credenze religiose e sulla cura per i morti. Ma, come il campo sulla vita degli antichi abitatori del Gargano è ancora in massima parte da scoprire, così ugualmente, e più ancora, lo è la penetrazione faticosa nelle loro credenze religiose.