L'Abbazia Benedettina di San Nicola nelle Tremiti

 

Alcune piccole isole sorgono su una dorsale appenninica che collega il Gargano alla Dalmazia. Il bianco e il verde delle terre contrasta con l'inconsueto colore blu del mare adriatico, siamo alle Tremiti patrimonio di bellezze marine, terrestri e persino sotterranee. La nostra scoperta delle Tremiti inizia proprio dal sottosuolo non per cercare il tesoro di Diomede o i diamanti della principessa seppellita nelle isole ma per esplorare un dedalo di gallerie in parte naturali e artificiali che permeano l'isola di San Nicola.

In molti punti si procede a fatica con il terreno che frana sotto i piedi. L'atmosfera fa sembrare possibile anche il ritrovamento del tesoro dei pirati o quello personale di Gioacchino Murat che la leggenda vuole ancora seppellito in queste isole.

Alla fine torniamo verso l'edificio dei monaci, probabilmente i reali esecutori di questo dedalo di tunnel. I sotterranei del monastero collegati alle gallerie sono stati usati in varie epoche come testimoniano i vari reperti, la costruzione di questo complesso risale ai primi anni dell'undicesimo secolo, ad opera di monaci benedettini cassinesi. Sebbene l'abbazia delle Tremiti abbia avuto in questo periodo di vero splendore, la vita non era facile per i monaci, che qui vissero e morirono, lasciando graffiti e iscrizioni molti dei quali non ancora decifrati.

Graffititi e scritte Abbazia Benedettina  San Nicola (Isole Tremiti)

Reperti archeologici Abbazia Benedettina San Nicola (Isole Tremiti)

La richiesta dei benedettini di rendersi autonomi dall'Abbazia di Montecassino a cui erano sottoposti, portò alla loro sostituzione, nel tredicesimo secolo con i monaci circestensi. Nel 1334 pirati slavi chiesero ai monaci di dare sepoltura al loro capo, scesero senza armi dalle navi trasportando la bara fin dentro il monastero, tuttavia durante il rito funebre il feretro si aprì e uscì il capo con le armi per i suoi uomini, nessun monaco riuscì a salvarsi.